Secondo l’aṣṭāṅgayoga, termine sanscrito che significa “otto membra dello Yoga”, menzionato negli Yogasūtra di Patañjali, il Prāṇāyāma, che significa “controllo ed estensione del respiro” è il quarto membro dello Yoga, mentre Pratyāhāra, il ritiro della mente dagli oggetti dei sensi, è il quinto. Queste sono le chiavi di accesso alle tre membra superiori: Dhāraṇā (concentrazione), Dhyāna (meditazione) e Samādhi (illuminazione). Tutte queste pratiche portano gradualmente in maniera sempre più sottile verso la ricerca e la comprensione interiore (antaraṅga sādhana). Il percorso per arrivare all’ultimo membro dello Yoga, Samādhi (illuminazione) è lungo e richiede molta disciplina. Un atteggiamento giusto potrebbe essere non voler arrivare a tutti costi alla meta ma rimanere attenti e aperti verso tutto ciò che porta la pratica durante il percorso; acquisire consapevolezza e controllo della respirazione; scoprire poco alla volta i mezzi per liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti del desiderio e la mente dalle vṛtti (le turbolenze mentali) consolidando una sempre maggiore stabilità psicofisica.
La lezione dura 30 minuti e la pratica varia da una semplice seduta meditativa oppure combinata con Prāṇāyāma e brevi momenti guidati sperimentando diversi mezzi di concentrazione.
Al martedì si aggiunge un momento di Satsang e approfondimento a proposito degli Yogasūtra di Patañjali.